94 bambini, 5 dentisti e un capitano. Ecco cos’è successo a Milano con “Adotta un sorriso di un bambino”!

Non si ferma a Milano il progetto “Adotta un sorriso di un bambino” che, oltre alla cooperazione con l’amministrazione comunale, si sta rivolgendo direttamente alle associazioni che in città si prendono cura dei bambini svantaggiati. Giovedì 19 gennaio è infatti iniziata la collaborazione con la Cooperativa Martinengo, realtà che per iniziativa dell’Istituto delle Suore di Carità dell’Assunzione e di alcuni volontari, da 30 anni opera nel quartiere Corvetto, estrema periferia est di Milano, a sostegno di famiglie, minori, adulti, anziani e disabili che attraversano momenti di difficoltà.

Cinque giovani dentisti: Michele Attardo (laureando), Sara Colombo (laureanda), Giulia Maciocco (laureanda), Laura Mantovani (odontoiatra), Michela Zevolli (odontoiatra) insieme al presidente di Fondazione hanno avviato questo nuovo capitolo del progetto “Adotta un sorriso di un bambino” attraverso un’attività di screening su 94 piccoli pazienti volta a identificarne i bisogni terapeutici più immediati.

Per ciascuno dei ragazzi è stata inizialmente compilata una scheda anamnestica che, dopo un’ulteriore verifica, servirà per indirizzare i piccoli pazienti agli studi dei soci ANDI di Milano che hanno dato la propria disponibilità a curarli. Stiamo elaborando in questi giorni i dati emersi da queste visite – spiega il dottor Mancini – e da una primissima analisi è emerso che le condizioni odontoiatriche generali di questi ragazzi sono tutto sommato buone. Ci sono diverse carie che necessitano di cure, e solo un numero ristretto di pazienti ha bisogno di interventi ortodontici. In generale, quello che abbiamo potuto notare è che in questi ragazzi esiste una certa tendenza alla scarsa attenzione per i propri denti, sintomo probabilmente di una più generale mancanza di educazione alla salute orale e a corretti stili di vita. Per questo è importante che i nostri interventi, oltre a curare, siano rivolti anche a istruire e consigliare questi giovani pazienti, per far nascere in loro una maggiore consapevolezza del benessere orale.

A gestire con grande impegno gli appuntamenti, suddivisi per nucleo familiare, sono state le “suorine” che si sono occupate di convocare i pazienti e organizzare le visite ogni 10 minuti. A noi della Fondazione il compito di registrare le presenze, far firmare l’autorizzazione alla visita, distribuire il kit spazzolino dentifricio, quindi effettuare la visita e compilare la valutazione.

Nessuno, nemmeno le suore che conoscono le famiglie e i ragazzi invitati alla visita, – conclude il dottor Mancini – si aspettava un riscontro così positivo: tutti i convocati hanno approfittato dell’opportunità presentandosi all’appuntamento e, in alcuni casi, i genitori hanno addirittura richiesto visite supplementari anche per gli altri figli, non previsti nell’elenco delle persone da visitare. Un apprezzamento di cui siamo felici che dimostra che la nostra disponibilità è stata compresa e che siamo riusciti a intercettare un bisogno reale.

I giovani e le famiglie che abbiamo incontrato sono di diverse origini, con una predominanza di asiatici, nord africani e latino americani, le etnie più presenti in zona Corvetto, ma tantissimi sono anche gli italiani. Sintomo di un momento di crisi e di un bisogno odontoiatrico del tutto trasversale per questo, avendone la possibilità, possiamo e dobbiamo fare la nostra parte.

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