Assistenza odontoiatrica del paziente fragile: una nuova sfida per la nostra professione

L’Italia sta diventando un Paese sempre più anziano: negli ultimi 20 anni il tasso di over 80 è aumentato del 150% e, secondo l’Istat, attualmente oltre il 22% della popolazione ha 65 anni mentre si stima che entro il 2030 potrebbe diventare il 26,5%.

Questo drastico cambiamento demografico in pochi decenni ha modificato gli equilibri del sistema assistenziale nel suo complesso, mutandone la domanda e aumentandone i costi. Di fronte a questo anche la professione odontoiatrica è costretta ad adattarsi e a riprogettare la propria offerta di servizi. In questo suo intervento, il dottor Giovanni Evangelista Mancini, presidente di Fondazione ANDI, inquadra il problema e offre qualche spunto di riflessione da cui Fondazione stessa partirà per programmare un nuovo progetto d’aiuto nei confronti degli anziani ospitati nelle RSA (Residenza sanitaria assistenziale). Un intervento che affonderà le proprie radici sull’esperienza maturata in Liguria da alcune sezioni provinciali ANDI che da tempo hanno avviato un programma di formazione e prevenzione odontoiatrica per le assistenti sanitarie e il personale delle RSA.

 

La fragilità in campo sanitario è una condizione multifattoriale e multiforme riscontrabile non solo negli individui in età pediatrica ma anche e soprattutto nei pazienti in età geriatrica. Una definizione sintetizzata molto bene nel cosiddetto “paradigma bio-psico-sociale” secondo Gobbens e colleghi in cui la fragilità è uno stato dinamico che colpisce un individuo che sperimenta perdite in uno o più domini funzionali (fisico, psichico, sociale), causate dall’influenza di più variabili che aumentano il rischio di risultati avversi per la salute.

Il paziente fragile è quindi una delle sfide più rilevanti che dovranno affrontare i sistemi sanitari non solo dei paesi a basso reddito ma probabilmente, e in misura rilevante, quelli dei paesi più evoluti.

Le patologie annoverabili tra le cause di fragilità sono numerose, basti pensare alle sindromi infantili rare e alle patologie della senescenza, tra queste i tumori e gli stati degenerativi neurologici. A queste condizioni tipicamente medico-biologiche si aggiungono tutte quelle condizioni di “fragilità sociale” sempre più presenti ed estese anche nel nostro paese.

L’odontoiatria assume così un ruolo sempre più di rilievo laddove la salute orale influenza lo stato di salute generale. La libera professione in capo odontoiatrico può dare un grande contributo di professionalità e assistenza “individualizzata” ai pazienti fragili, integrando il sistema sanitario pubblico. In questa azione di integrazione e supporto può essere cruciale l’organizzazione su base associativa al fine di aumentare efficacia ed efficienza degli interventi.

 

L’assistenza odontoiatrica è importante per il soggetto anziano perché:

  • una scarsa salute orale affligge lo stato si salute generale, lo stato nutrizionale, la qualità di vita, la comunicazione interpersonale e l’aspetto;
  • il numero di soggetti anziani e non autosufficienti è in crescita;
  • molti soggetti anziani hanno una dentatura residua numericamente crescente, il che può ulteriormente complicare le necessità di assistenza;
  • il numero di individui anziani e istituzionalizzati in appositi presidi sanitari è crescente e una inadeguata assistenza sanitaria può avere un impatto molto negativo sullo stato nutrizionale e sui livelli di idratazione;
  • le persone arrivano nei presidi residenziali sanitari con patologie orali pre-esistenti dovute a loro volta a inadeguati livelli di salute orale;
  • molti pazienti anziani non autosufficienti non possono eseguire da soli le procedure di igiene orale e devono dipendere dall’aiuto esterno.

Inoltre va considerato l’impatto oneroso e impegnativo per lo staff di assistenza dato da pazienti affetti da stati di demenza senile o altre condizioni di degenerazione neuro-cognitiva, che addirittura fanno resistenza o mal sopportano qualsiasi aiuto per l’attuazione delle più banali manovre di igiene orale, e il numero di questi pazienti è atteso in crescita nei prossimi anni.

 

DIFFICOLTÀ AL RAGGIUNGIMENTO E AL MANTENIMENTO DI UNA BUONA SALUTE ORALE IN PAZIENTI ANZIANI ISITITUZIONALIZZATI

La cura delle condizioni orali da parte del personale ha molti problemi:

  • assoluta sgradevolezza delle procedure;
  • con i pazienti dotati di un certo numero di denti residui le procedure di igiene sono più difficili da condurre rispetto ai portatori di protesi totali;
  • mancanza di collaborazione, paura e addirittura resistenza da parte del paziente, più accentuata nei soggetti affetti da demenza;
  • la salute orale non rappresenta una priorità nella gestione assistenziale all’interno di queste strutture.

 

PUNTI ESSENZIALI CHE INVECE DEVONO ESSERE BEN TENUTI IN CONTO NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE ANZIANO RICOVERATO:

  • uno stato di salute orale adeguato contribuisce positivamente allo stato di salute generale;
  • carie e patologie delle gengive e delle mucose sono prevenibili;
  • la cura giornaliera della bocca previene le patologie;
  • sorvegliare le condizioni dei tessuti molli intraorali è importante tanto quanto sorvegliare i denti;
  • la rilevazione tempestiva di lesioni tumorali è essenziale;
  • tutto il personale deve essere coinvolto in questo tipo di assistenza e sorveglianza;
  • spazzolamento dei denti, dieta e controlli odontoiatrici sono i principali passaggi;
  • le procedure di igiene orale vanno adeguate e incrementate se il paziente anziano predilige cibi o bevande zuccherate;
  • considerare attentamente la resistenza a farsi assistere nell’igiene dentale da parte di un paziente con demenza perché potrebbe esserci dolore.

Alla luce di tutto ciò appare importante il ruolo formativo che può essere svolto da parte degli odontoiatri nella formazione del personale di assistenza delle strutture sanitarie come le RSA e tutte le strutture protette che accolgono anche disabili gravi.

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