#LiveFromLadakh/ Da dentisti a chef improvvisati, l’avventura in Ladakh continua!

Il Ladakh è una regione situata all’estremo nord dell’India, quasi completamente sprovvista di assistenza odontoiatrica, anche la più basilare.

Per questo, dal 2011, abbiamo attivato un progetto di solidarietà volto non soltanto a offrire visite e cure gratuite agli abitanti della zona, ma anche a formare alcuni operatori dentali locali.

Il lavoro in Ladakh è molto difficile, anche per via delle condizioni geografiche e climatiche del luogo, ma i nostri volontari non si arrendono mai!

E, anzi, quest’anno hanno voluto raccontarci la loro avventura con la voce di Riccardo Alderuccio e Barbara Pianini, dentisti dal cuore grande partiti per la prima missione 2018, con l’ulteriore responsabilità di fare da apripista agli altri gruppi di volontari che si succederanno per tutto luglio e agosto.

 

2 luglio

Risveglio con le cime delle montagne coperte di neve e che sembrano abbracciarci, la meraviglia e la magia di questi luoghi non finiscono mai di stupirci, che spettacolo!

Qui, la gente è volubile come il tempo. Nonostante si cerchi di organizzare e pianificare al meglio il lavoro, poi succede sempre qualcosa per cui si deve cambiare programma.
Si va a fare visite in una scuola: manca l’autista per l’ambulanza, e noi recuperiamo un taxi! Quando arriviamo, gli scolari sono in pausa pranzo e per noi non c’è nulla da mangiare! E allora il Lama, responsabile della clinica, ci porta nel villaggio vicino e ci ritroviamo seduti nella casa di una famiglia a condividere il loro pasto… Non solo, il collega locale Phunchok, ci invita a visitare un matrimonio ladako, una cerimonia vera, incredibilmente colorata, molto interessante… Ovviamente ci avvisa dell’avvenimento poco prima di arrivare alla clinica e noi sembriamo i classici imbucati a una festa!
Rientriamo con lo scuolabus pieno zeppo di scolari, i ragazzi subito cercano di farci spazio e l’allegria invade quel malconcio mezzo di trasporto che avanza lento e sbuffante. Un altro giorno di ordinaria e magnifica follia!

 

4 luglio

Arriva anche per noi un giorno di meritato riposo, si fa per dire!
Decidiamo di usarlo per fare un trekking e andare a visitare il monastero di Phuktal.
Intraprendiamo così il viaggio, che comincia con poco più di due ore di jeep su strada sterrata, per poi continuare a piedi per circa 6 km su un sentiero fatto di sali e scendi, reso impegnativo dall’altitudine (3.800 mt.) e dal sole cocente!
Siamo in cinque, ciascuno con il proprio passo di marcia, tenendoci d’occhio a distanza, senza mai perderci di vista. Ognuno con i propri pensieri, la propria fatica, il proprio stupore di fronte agli spettacolari scenari che ci si aprono dinnanzi. In sottofondo, il fragore del fiume dalle acque turchesi che scorre sotto di noi e ci accompagna come una cantilena.
Ecco che a un certo punto la gola si apre e, incastonato nella roccia, appare il monastero (Gompa). Rimaniamo ad ammirarlo, sembra ancora irraggiungibile.
Le missioni dello scorso anno lo avevano visitato portando dell’attrezzatura per fare piccole terapie. Vi si trovano 70 monaci, adulti e piccini, con la loro scuola. Subito chiediamo ai monaci se hanno bisogno delle nostre cure, così da poter organizzare per le prossime missioni. Accolgono con entusiasmo la nostra proposta e ci omaggiano della classica khataks (“sciarpa bianca”) che ci pongono attorno al collo in segno di benvenuto e benedizione.
È calato il sole, non ci resta che dormire lì. La mattina seguente sveglia alle cinque e partenza per tornare, la clinica e i pazienti ci aspettano!

 

7 luglio

Ultimo giorno a Padum. Ci affrettiamo ad andare in clinica, devono arrivare degli studenti e nel pomeriggio dei “generic people” (pazienti generici) e vogliamo cercare di non lasciare trattamenti a metà.
Lungo il tragitto, cerchiamo avidamente di fissare nella nostra mente e nel cuore quei luoghi, così che possano rimanerci per sempre.
Intanto, pensiamo anche alla cena della sera. Il Lama Lobsang, che è uno dei responsabili della clinica, nonché mio assistente per un giorno, insiste perché si prepari la cena di addio, ovviamente cucinando qualcosa di rigorosamente italiano. Il dramma, però, è che qui di italico mancano anche gli ingredienti più basilari! Beh, riusciamo a trovare del tonno in scatola, fusilli, pomodori, aglio, salsina piccante e il cuoco della nostra guest house, incuriosito e divertito, ci mette a disposizione la sua cucina: non ci resta che preparare una bella pasta al tonno!
Non so se è stata la pasta o le conchiglie che abbiamo donato ai dirigenti e collaboratori, ma dopo quella cena ci siamo vicendevolmente ringraziati e quelle piccole tensioni, che si erano create nei giorni precedenti, si sono dissolte come neve al sole e sono diventate, addirittura, un punto di forza! Ebbene sì, perché tutti noi, italiani e ladaki, abbiamo capito quanto il progetto di Fondazione ci stia a cuore, veramente!
La jeep è pronta, con i nostri bagagli, ma dobbiamo fermarci in clinica, abbiamo dimenticato di fare un paio di cose utili alle prossime missioni. Perché, in fondo, la cosa più straordinaria di tutta questa avventura è che non ti senti un semplice viaggiatore di passaggio, attraverso queste incredibili terre, ma ti senti parte di questo paese, parte di un grande gruppo dove ognuno dà il proprio contributo, dirigenti, dentisti, collaboratori vari, e sai che se le cose funzionano è solo perché lavorando insieme le si fanno funzionare.
Per far parte di questo gruppo non è necessario prendere un volo per Leh, e una jeep per Padum. Ognuno può contribuire come può sostenendo la Fondazione ANDI onlus, il progetto Ladakh è solo uno dei tanti di cui si occupa, con i pochi fondi che ha a disposizione e la grande disponibilità di tutti i volontari.
Per Padum e tutti coloro che abbiamo incontrato in questo viaggio, noi non siamo Barbara e Riccardo, ma siamo i dentisti italiani e la gratitudine che ci hanno dimostrato non era solo per noi ma per tutti gli odontoiatri italiani…
The mission go on!!!