VOLONTARI SUL TETTO DEL MONDO!

Il Progetto Ladakh – Piccolo Tibet è nato nel 2011 con l’obiettivo di portare prevenzione e cure odontoiatriche in una valle sperduta della regione himalayana, a quasi 4.000 metri di altitudine. Un luogo in cui l’assistenza odontoiatrica di base praticamente non esiste e dove le estrazioni dentarie vengono ancora eseguite, spesso senza anestesia, da un monaco!

Responsabile del progetto è il dottor Guido Corradi che ogni anno in estate, unico periodo in cui è possibile raggiungere la regione, torna in quei luoghi lontani coinvolgendo vecchi e nuovi volontari, tutti ormai innamorati della bellezza e della maestosità del paesaggio e toccati da un popolo tanto pacifico quanto povero e bisognoso di aiuto.

Quest’anno il nostro compito – spiega Corradi – è stato duplice: da un lato realizzare un nuovo ambulatorio odontoiatrico, dotato di due unità operative e una sala sterilizzazione, all’interno del piccolo ospedale di Padum, voluto dal XIV Dalai Lama; e dall’altro quello di organizzare le visite preventive e le istruzioni di igiene orale per gli studenti delle scuole di tutti i villaggi e dei monasteri della valle che non hanno mai visto un dentista.

Il Ladakh si trova nell’estremo Nord dell’India, incuneato fra il Pakistan e la Cina (Tibet) e oggi è una regione dello stato del Kashmir che conta circa 230.000 abitanti, per la maggior parte di religione buddista. Conosciuto anche come “Piccolo Tibet” per la somiglianza con il territorio tibetano con cui confina, questa zona, un “deserto in alta quota” interrotto qua e là da piccole oasi di verde irrigate da ruscelli alimentati dai ghiacciai perenni e isolata per lunghi mesi dell’anno a causa del freddo, è considerata una delle aree più pacifiche al mondo!

Il “Progetto Ladakh” – spiega Corradi – nasce da questo ideale di fratellanza e vuole aiutare concretamente il popolo ladako creando un nuovo presidio odontoiatrico nella regione dello Zanskar che, priva di assistenza sanitaria, ha una prevalenza di denti cariati del 95% nei bambini.

Le difficoltà di portare aiuto in zone come questa sono davvero grandi, sono innanzi tutto “ambientali” e, in seconda battuta, pratiche. Se raggiungere la capitale Leh è relativamente facile, così non è proseguire verso le zone rurali; occorre intanto abituare il corpo all’altitudine e a nuovi ritmi, superare a bordo delle jeep passi difficoltosi su strade sterrate, strette e polverose, che in caso di pioggia possono essere interrotte da pericolose frane. Inoltre, mancano le infrastrutture e luoghi dove acquistare qualsiasi tipo di forniture. E per fortuna – dice ancora Corradi – ho coinvolto un tecnico del settore odontoiatrico, il bravissimo Renato Pantano di Brescia che ha portato con sé tutto quello che poteva e tanta esperienza e capacità. Insieme abbiamo superato grandi difficoltà e lavorando senza sosta siamo riusciti ad avviare l’ambulatorio odontoiatrico, tra lo stupore e la soddisfazione dei monaci buddisti.

Un risultato che deve moltissimo anche ai volontari che nel mese di luglio hanno preceduto la spedizione del dottor Corradi. Si tratta della dottoressa Barbara Duprè di Venezia, ormai una veterana delle nostre missioni, e del dottor Enrico Carlino di Cremona, alla sua seconda andata in Ladakh, il cui lavoro preparatorio è risultato indispensabile. Sono stati loro due, per esempio, a trasportare in loco i tubi per l’acqua, a seguire tra mille difficoltà i lavori di muratura e idraulica e addirittura a disegnare a mano libera i bozzetti dei mobili dello studio, poi eseguiti dai falegnami locali. La nostra missione – spiega la dottoressa Duprè – quest’anno era un po’ anomala ma lo sapevamo in partenza. Dovevamo fare i carpentieri più che i dentisti ma si trattava di guidare con competenze tecniche del settore il lavoro di idraulici, elettricisti e muratori per allestire i due ambulatori odontoiatrici nell’ospedale di Padum. Forse mi sarei dovuta far accompagnare da mio padre che è geometra, intanto saggiamente ho portato con me un metro da “murer”.  Lavori di cui i due medici non hanno però potuto vedere l’esito perché la loro missione era conclusa e, tra tensioni e sommosse popolari, sono rientrati in Italia. Ho visto il risultato finale solo in fotografia – ci dice il dottor Carlino –. Io stesso ne sono stato molto sorpreso e contento; è un risultato davvero eccezionale se si considerano le condizioni in cui abbiamo lavorato. Il lavoro è stato concluso dalla seconda spedizione che aveva con sé anche un tecnico specializzato in odontoiatria che ha posato il riunito e ha fatto tutti i collegamenti agli impianti che avevamo realizzato noi. Ora la preoccupazione principale è che quanto abbiamo costruito venga mantenuto in funzione nel migliore dei modi così da ritrovarlo uguale l’anno prossimo.

Oltre al dottor Corradi e al tecnico esperto ad agosto si sono uniti alla missione anche due giovani colleghi, i dottori Omar Aberrà e Amedeo Acquaviva di Perugia. La prima parte della nostra missione – raccontano con orgoglio – è consistita nell’affiancare il lavoro di “costruzione” del nuovo ambulatorio dentistico. Agli ordini di Guido, abbiamo fatto un po’ di tutto, dai muratori agli idraulici e agli elettricisti. Alla fine è nata una bellissima “Dental Clinic”. Crediamo che in tutto il Ladakh non esista un ambulatorio dentistico più bello e attrezzato di questo!

Dopo una semplice cerimonia inaugurale eseguita dai due monaci del piccolo ospedale, i due dentisti volontari hanno potuto iniziare a lavorare eseguendo terapie dentali urgenti su giovani studenti selezionati nelle due scuole locali, la Marpaling Londong Model School buddista e la MPS Zanskar School musulmana.

Tra questi bambini – spiega Aberrà – sono stati individuati i casi più urgenti, cioè quei piccoli che presentavano le lesioni cariose più estese a carico soprattutto dei denti permanenti; quelli con necessità di terapia endodontica e spesso, purtroppo, quelli che necessitavano di estrazioni dentarie. Per la maggior parte di loro si è trattata della prima esperienza dal dentista con la paura e diffidenza che ne consegue. Arrivavano in gruppetti di 6/10, sempre accompagnati da un adulto, in genere un insegnante, il che è stata di aiuto anche dal punto di vista linguistico.

I bambini che hanno “collaudato” le due nuovissime poltrone odontoiatriche – prosegue Acquaviva – sono stati quelli della scuola musulmana. 25 bambini a cui, durante l’orario scolastico, se ne sono aggiunti altri 65 dalla Marpaling School. Nell’orario pomeridiano abbiamo invece avuto pazienti esterni, adulti dei villaggi vicini per un totale di 25 persone. Complessivamente i pazienti trattati sono stati 115, per un totale di 150 cure: 105 cure conservative, 33 estrazioni, 2 terapie canalari,10 igieni orali.

Guido Corradi, infine, per ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno lavorato e sostenuto il progetto, prende in prestito il termine ladako per dire grazie: “Jullay!”

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