Lotta all’abusivismo ANDI sceglie (e premia) lo spot televisivo che sensibilizzerà i cittadini sul problema

 

ANDIFondazione ANDI Onlus e la Civica Scuola di cinema e televisione di Milano nello scorso autunno hanno dato vita ad un contest per i giovani talenti al fine di realizzare uno spot innovativo per combattere l’abusivismo in odontoiatria.

Davvero numerosi gli alunni ed ex alunni della Civica Scuola di Milano che hanno proposto autonomamente sceneggiature originali: alcune di queste sono state scelte da una giuria composta dai referenti dei diversi partner del progetto e del mondo dei media e della televisione.
La partnership tra Scuola Civica di Milano e ANDI nasce dalla convinzione che per comunicare con efficacia, e al meglio, su un tema tanto rilevante a livello sociale era necessario che interlocutori davvero autorevoli – come in questo caso, seppur in ambiti tanto diversi – operassero insieme.

Di qui l’idea di un contest attraverso il quale la realtà più importante dell’odontoiatria italiana incontra la creatività e la capacità immaginifica di un soggetto che da sempre accompagna e fa crescere i migliori talenti del nostro Paese.

I video saranno presentati per la prima volta in un evento organizzato da ANDI il 31 gennaio a Milano; tra i tre video vincenti verrà scelto lo spot che verrà utilizzato per la campagna ANDI contro l’abusivismo e trasmesso dalle maggiori reti televisive nazionali.

 

                                                                            

 

 

ABUSIVISMO

 

Chi sono i falsi dentisti?
In Italia è ancora oggi molto presente il fenomeno dell’abusivismo odontoiatrico, ovvero persone che pur non avendo i titoli (la laurea e l’abilitazione professionale) esercitano al professione di dentista spesso “coperti” da un vero dentista (il prestanome) che si presta a coprire l’attività illecita.

Non di rado i pazienti che si rivolgono a questi truffatori sono consapevoli di affidare la salute orale ad un finto dentista pensando di risparmiare; ma i rischi sono molti. Come non ci si farebbe fare un elettrocardiogramma, una visita medica da una persona qualunque lo stesso deve valere per la cura dei denti e la bocca in quanto rivolgendosi ad un falso dentista si mette a rischio la propria salute e non solo quella dei denti e della bocca.

Il rischio principale viene dal fatto che queste persone non hanno studiato, non hanno la preparazione necessaria per svolgere l’attività di dentista, non si aggiornano, per questo creano danni alla nostra salute che nella quasi totalità danneggiano irreparabilmente la masticazione costringendo a successivi interventi più complessi e costosi.

Poi, molto spesso, trattandosi di strutture illegali che sfuggono ai controlli delle autorità competenti, gli studi odontoiatrici degli abusivi non rispettano le norme igieniche legate alla sterilizzazione. La dimostrazione sono le molte cause per danni intentate da pazienti rovinati dalle pratiche azzardate degli abusivi.

Ma non solo, rivolgendosi ad un dentista abusivo non si riceve la fattura , e quindi non si può usufruire degli sgravi fiscali previsti ed in caso di problemi, cure che risultano inadeguate, è più difficile attivare una azione legale in quanto non si ha le prove di essersi rivolti a quella persona.

Trattandosi di una pratica illegale non esistono dati certi sul numero dei finti e prestanome che esercitano illegalmente la professione di dentista, incrociando i dati delle denuncie di Nas e Guardia di Finanza con modelli statistici si ipotizza che siano circa 15 mila le persone che illegalmente curano l’apparto stomatognatico delle persone.

Da sempre l’ANDI è impegnata a contrastare i fenomeno sensibilizzando i cittadini ma anche chiedendo al Parlamento di inasprire la legge in modo da punire, con pene più severe, sia chi esercita abusivamente la professione odontoiatrica che i medici abilitati che prestano i loro studi a questa pratica illegale.

Oggi un dentista abusivo viene condannato a pene pecuniarie risibili, di poche centinaia di euro e dopo poche settimane è nuovamente i studio a delinquere.