Una testimonianza dal Ladakh

 

Potremmo dire “missione compiuta” se volessimo usare unespressione sintetica, ed è quello che noi cinque volontari di Fondazione ANDI, coordinati dal dott. Guido Corradi, possiamo dire con orgoglio per un progetto che si è rivelato complesso per tanti aspetti, ma proprio per questo estremamente affascinante.

 

Il progetto nasce alcuni anni fa dalla passione che il dott. Stefano Dallari nutre per il Ladakh, regione dello stato indiano del Kashmir incastonata tra strette valli e vette tra le più alte del mondo, e  per la sua mite popolazione, nonché da Guido, un altro “passionario dell’odontoiatria al servizio dei più svantaggiati” che, con Fondazione ANDI, hanno dato inizio a un progetto di formazione del personale locale alle tecniche ART (Atraumatic Restorative Treatment) e OUT (Oral Urgent Treatment).

 

L’anno scorso grazie al contributo dei Lions Club e all’Associazione Casa del Tibet, iniziale  partner del progetto, è stato installato uno studio completo presso il dipartimento di odontoiatria dell’ospedale di Padum, cittadina situata nel cuore del Ladakh a circa 3.500 metri  d’altitudine e circondata da montagne che facilmente superano i 6.000 metri.

 

La missione di quest’anno è stata suddivisa in due interventi operativi. Nel  primo turno hanno operato il dott. Guido Corradi (Reggio Emilia), la dott.ssa Antonella Bongioni (Valtellina) e il dott. Enrico Castellini (Massa Carrara) i quali hanno intrapreso presso la comunità scolastica di Padum un impegnativo lavoro di screening epidemiologico completato dalla cura dei casi più gravi presso la  struttura odontoiatrica della stessa cittadina. Il loro lavoro è proseguito con le visite e le cure dei monaci e degli abitanti del villaggio di Rangdum dove è stato utilizzato un piccolo riunito portatile.

 

Il secondo turno ha poi visto la mia presenza e quella della dott.ssa Stefania Giangrandi (Ferrara). Il nostro compito è stato quello di completare il lavoro di raccolta di dati epidemiologici presso la scuola musulmana di Padum ma anche di intervenire nei casi più urgenti e prestare cure presso la Nunnery, il monastero buddista femminile, applicando le tecniche ART e OUT  sulle monache adulte e sulle bambine di età compresa fra i 6 e i 12 anni.

 

Il nostro operato è stato coadiuvato dalla preziosissima collaborazione di un collega locale, il giovane e preparato dott. Phunchock il quale, grazie ai suoi precedenti contatti con Fondazione ANDI, ha potuto recarsi in Italia per una full immersion di training clinico negli studi di alcuni colleghi italiani. Grazie anche alla sua posizione di direttore del Dental Section Community Health Centre di Padum ha fatto da tramite tra le varie strutture delle comunità locali, buddiste e musulmane, permettendoci di svolgere i nostri compiti istituzionali. Altrettanto importante è stato il nostro lavoro di prevenzione svolto nei  confronti degli studenti della Lambdon Model High Scool e della Muslim Pubblic School: circa 350 allievi hanno infatti ricevuto spazzolini e dentifrici fluorati frutto di donazioni dall’Italia.

 

Quelli in Ladakh sono stati venticinque giorni di grande impegno durante i quali il gruppo di  volontari ha potuto mettere a frutto le proprie conoscenze nel campo della cooperazione odontoiatrica internazionale apprese grazie ai corsi preparatori che Fondazione  ANDI e COI (Cooperazione Odontoiatrica Internazionale) hanno organizzato per prepararci, non solo tecnicamente ma anche e  specialmente  sul piano delle relazioni intercuturali. Credo infine importante citare il meticoloso lavoro organizzativo del dott. Guido Corradi che ha garantito il successo della missione. Un grazie speciale al meraviglioso  popolo ladakho che oltre ad accoglierci con entusiasmo ci ha permesso di tornare a casa con un grande arricchimento spirituale e umano.

 

 

dott. Roberto Macis