All’ambulatorio di Roma dell’ACSE, l’Associazione Comboniana Servizio Emigranti e profughi, in dieci anni di attività, sono state curate gratuitamente migliaia di persone di ben 82 nazionalità differenti. Qui, infatti, arrivano i pazienti inviati dai centri di espulsione e identificazione (CIE), i richiedenti asilo, i minori stranieri non accompagnati, chi non ha il permesso di soggiorno né l’accesso al servizio sanitario nazionale. Ultimamente, anche molti italiani in difficoltà.
Ad accoglierli in un piccolo studio con una poltrona odontoiatrica (ma è già in fase di costruzione una nuova struttura più ampia e con due poltrone) ci sono venti dentisti volontari che si danno il turno per offrire un servizio continuo dal lunedì al venerdì, mattina e pomeriggio, effettuando circa 2 mila visite l’anno. Qui le cure odontoiatriche sono in genere mirate alla conservazione dei denti mediante otturazioni, ricostruzioni e, in alcuni casi, protesi. Da tre anni nell’ambulatorio dell’ACSE c’è anche il dottor Giuseppe Teofili, consigliere della nostra Fondazione e oggi direttore sanitario dell’ambulatorio, che ci racconta come si svolge questa attività e come ci si rapporta con queste persone che, in molti casi, non hanno mai visto un dentista. “Bisogna assicurare continuità e assiduità del servizio, conoscere un po’ le lingue e saper svolgere un ruolo che assomiglia a quello dei mediatori culturali. I volontari, in questo caso particolare, devono cogliere l’importanza del rapporto personale con i pazienti. Chi, come i migranti, non può pagare, “subisce” una scelta: non può decidere da quale medico farsi curare. Per questo abbiamo il dovere di instaurare con loro un rapporto umano, di fiducia, prima ancora di una relazione medico-paziente”.
Altro importante fronte su cui i nostri volontari sono impegnati è quello della prevenzione, attraverso l’insegnamento dell’importanza dell’igiene orale, dei controlli e della salute orale.
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