Giornata Mondiale del Sonno: cosa può fare l’odontoiatra

Circa un terzo della nostra giornata è, o dovrebbe essere, dedicata al riposo. Non per tutti però il sonno è davvero ristoratore e talvolta, se cattivo, rischia di portare con sé pesanti conseguenze per la salute generale. Per questo il venerdì che precede l’equinozio di primavera, quest’anno il 15 marzo, in oltre settanta paesi si celebra la Giornata Mondiale del Sonno. Una ricorrenza che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui disturbi provocati da una cattivo riposo e sulle ripercussioni che comporta per la collettività.
Dalla più comune insonnia alle narcolessie, per arrivare alla Sindrome delle Apnee Ostruttive (OSAS), nel nostro paese son circa 12 milioni le persone che non riescono a riposare bene, con gravi danni in primis per la loro salute ma anche con pesanti contraccolpi per la comunità. La mancanza di un sonno profondo e ristoratore comporta infatti conseguenze quali sonnolenza diurna, rallentamento psicomotorio, diminuzione della concentrazione fino a una maggiore possibilità di infarto, aritmie cardiache e ipertensione polmonare. Secondo un recente studio, inoltre, i colpi di sonno dovuti a OSAS che si verificano alla guida dell’auto sono responsabili di moltissimi dei circa 175mila incidenti stradali registrati ogni anno in Italia. Tanto che quelli i attribuibili a questa patologia sommersa causano ogni anno 250 morti e più di 12mila feriti, con enormi costi diretti e indiretti per il sistema sanitario nazionale. Eppure la maggior parte dei problemi legati al sonno è prevenibile o curabile, ma meno di un terzo delle persone che ne sono afflitte si rivolge a dei professionisti. Per questo motivo anche per il 2019, la nostra Fondazione insieme ad ANDI rilancia la campagna “Allarme apnee notturne” in modo da spiegare alle persone non solo che le alterazioni del sonno possono compromettere, anche gravemente, la loro salute generale ma anche che l’odontoiatra, in qualità di sentinella epidemiologica, può essere una fonte di aiuto anche in questo campo.
Per farlo, per un’intera settimana dal 15 al 22 marzo, i nostri studi saranno aperti per dare ai cittadini corrette informazioni e per una vera e propria campagna di screening con questionari dedicati, a seguito dei quali i casi positivi verranno inviati a centri specialistici del sonno per esami più approfonditi e per la definizione di terapie mirate.
L’elenco degli studi aderenti all’iniziativa è consultabile online dai cittadini a questo link: https://fondazioneandi.org/apnee-notturne/.
Oggi l’odontoiatra ha un ruolo importante come specialista di primo livello provvedendo, per quanto di propria competenza, all’individuazione delle persone a rischio e all’eventuale presa in carico terapeutica, dopo diagnosi specialistica di secondo livello, di soggetti affetti da apnee ostruttive. Un numero sempre maggiore di studi scientifici ha infatti dimostrato che l’odontoiatra con la prescrizione dei cosiddetti dispositivi intraorali (MAD) può intervenire terapeuticamente nelle forme lievi e moderate dell’OSAS in alternativa a presidi come la CPAP e comunque svolge un ruolo di grande rilievo per individuare i pazienti a rischio.
Anche di questo si parlerà il 15 marzo nel corso di un incontro presso l’Aula Bìgari della Clinica Odontostomatologica dell’Università di Bologna (via San Vitale 59, alle ore 10.30). Nel corso della mattina specialisti medici e odontoiatri esporranno problematiche e soluzioni al problema OSAS, oltre a illustrare le modalità di partecipazione al progetto per i cittadini. Tra i relatori, oltre al presidente della nostra Fondazione, il dottor Evangelista Giovanni Mancini, ci saranno Giulio Alessandri Bonetti, P.A. Dipartimento Scienze Biomediche e Odontostomatologiche dell’Università di Bologna, Claudio Vicini, Presidente Società Italiana Otorinolaringoiatria, Virginio Bobba, Segretario Culturale ANDI, Corrado Casu, Ortognatodonzista e Giuseppe Plazzi, Presidente dell’Associazione Italiana Medicina del Sonno.