Lettera di mamma Angela

 

 

Al dott. Giovanni E. Mancini – Presidente Fondazione ANDI

 

Sono la mamma di Salvatore, un ragazzone di circa 23 anni, che abita a Scafati (SA), invalido al 100%.

 

Gestire quotidianamente un ragazzo con problemi non è impresa facile. Immaginate, poi, cosa succede quando si presenta un fatto straordinario “un molare cariato si infetta e provoca fortissimi dolori”. Il più delicato equilibrio familiare rischia di sbriciolarsi, l’atmosfera diventa tesa, pesante, per l’impossibilità di risolvere con modalità semplici e in tempi brevi un fatto di per sé banale, che invece, si gonfia a dismisura, diventa complessa problematica per l’assenza di un’adeguata rete di pubblici servizi e, soprattutto, provoca ulteriori sofferenze all’amato figlio.

 

È, dunque, necessario rivolgersi a un dentista locale, ma i diversi professionisti contattati rappresentano la difficoltà di operare con un paziente non collaborativo e prospettano, per risolvere il problema, con l’urgenza che il caso impone, il bisogno di dover ricorrere all’anestesia totale da praticare in una sala operatoria di una clinica privata.

 

Le titubanze, le esitazioni debbono essere rimosse, lo impone il responso dei predetti professionisti e il paventato incubo della sala operatoria, dell’anestesia totale si concretizza.

 

Alle già esposte difficoltà si somma anche l’onere della spesa, ammontante a circa 2.300 euro, che, pur essendo cospicuo resta, comunque, cosa marginale rispetto ai seguenti interrogativi pensieri che assillano la mia mente: “sarà pesante l’impatto dell’anestesia con i farmaci tranquillanti e antiepilettici che Salvatore giornalmente assume?”. “i postumi dell’anestesia altereranno il già precario equilibrio comportamentale di mio figlio?”

 

Tuttavia, stante la necessità, viene fissata con uno stimato studio dentistico della zona la data dell’operazione, che, poi, per la prossimità delle festività del 1° novembre, viene procrastinata al sabato successivo.

 

È a questo punto che prende corpo il contatto procuratomi dalla Fondazione da lei presieduta col dott. Colace del “Servizio odontoiatrico fasce deboli” dell’ASL  SA – Ambito Salerno 2.

 

Il dott. Colace mi contatta telefonicamente, chiede informazioni sul problema contingente di Salvatore e pur dichiarando contrarietà per l’anestesia totale mi offre la sua disponibilità per visitare il ragazzo il giorno 30 ottobre 2012, alle ore 9.

 

La casualità, l’approssimarsi delle festività del 1° novembre, il destino… permettono al dott. Colace nella mattinata del predetto giorno di entrare prepotentemente nella sfera delle persone per me IMPORTANTI, questo piccolo-grande uomo con la modestia e la semplicità che caratterizzano le grandi professionalità risolve il problemaccio e con candida gioia mostra ai miei increduli occhi il molare estirpato.

 

Da quanto innanzi esposto scaturisce in maniera semplice, spontanea, la considerazione che questa nostra Italia, malridotta da politici corrotti, che ambiscono soltanto ad arricchirsi e ad accaparrarsi il potere, da professionisti senza scrupoli, che hanno smarrito il senso deontologico del dovere e sfruttano le loro capacità per lucrare sui disagi e le sofferenze della povera gente, c’è bisogno di strutture benefiche come la Fondazione ANDI, di medici come il dott. Colace, per riaccendere la speranza del cambiamento, del riscatto, per riscoprire le finalità vere e profonde dell’essere umano, per riappropriarci del gusto di praticare il bene, la solidarietà, per riassaporare la gioia di vivere.

 

Con immensa gratitudine,

Angela

 

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