Salute orale negli Istituti Penitenziari. A che punto siamo?

 

Poco più di un anno fa, la Corte Europea minacciava l’Italia di pesanti sanzioni nel caso non avesse posto rapidamente rimedio a quella che per il nostro Paese continua a rappresentare una vera e propria emergenza. Stiamo parlando della situazione del sistema carcerario italiano dove il problema del sovraffollamento, sempre più spesso, determina condizioni di sofferenza umana e situazioni di degrado non consone a un paese civile. Per le stesse ragioni il diritto alla salute, soprattutto a quella orale, viene spesso disatteso.

Tra i suoi primi progetti di volontariato, nel 2008, Fondazione ANDI è partita dalla Sicilia avviando “Salute orale negli Istituti Penitenziari” per educare i detenuti e il personale di custodia riguardo alle corrette pratiche di igiene orale e per sensibilizzare la popolazione carceraria sui rischi derivati dalle infezioni crociate. Un progetto che nel tempo, oltre a diverse province siciliane, si è diffuso anche in Piemonte, ad Asti, e in Abruzzo in provincia di Pescara.

 
Ad aiutarci a fare il punto sul progetto e sui suoi sviluppi è il dottor Luigi Burruano, responsabile del programma e membro del CDA di Fondazione.
Il dott. Burruano ci ha raccontato del recente accordo con APEI – Associazione Pedagogisti Educatori Italiani – e dell’incontro con la dott.ssa Irrera del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione penitenziaria siciliana. La dottoressa ha espresso grande apprezzamento per questa nuova collaborazione ma soprattutto per il lavoro svolto dai volontari di Fondazione ANDI nelle carceri dell’isola. Un’attività che, a pochi mesi dallo scadere del protocollo d’intesa tra i due enti, ha un bilancio davvero positivo, con un attivo di circa 800 detenuti incontrati all’interno degli istituti più affollati come il Pagliarelli di Palermo e quello di Piazza Lanza a Catania ma anche nelle carceri di Modica, Enna, Caltanisetta e San Cataldo. Inoltre, sono stati distribuiti circa 7.000 kit dentifricio-spazzolino consegnati anche in quegli istituti dove gli incontri non sono stati ancora possibili. Proprio alla luce di questi importanti risultati, l’accordo verrà rinnovato.
 
Ma la vera novità che il dott. Burruano ci ha annunciato è la richiesta, giunta direttamente dal dott. Michelangelo Capitano, direttore del carcere minorile Malaspina, di estendere la collaborazione anche al suo istituto e di inserire il progetto nel percorso educativo rivolto ai giovani detenuti. In seguito l’attività di prevenzione ed educazione da parte dei dentisti volontari di Fondazione ANDI sarà estesa anche agli altri tre istituti penali per minori della regione. La stipula dell’accordo è prevista già a settembre.
 
Quello che vogliamo realizzare con il nostro intervento – spiega il dott. Burruano – è innanzitutto far comprendere a questi ragazzi, per i quali è più importante “avere il coraggio di fare una rapina” che rivolgersi a un medico, il fondamentale concetto di salute come rispetto del proprio corpo e anche della propria bocca. Molti di loro, infatti prima di essere reclusi, non hanno mai incontrato un medico e presentano patologie anche gravi. Ci auguriamo che il nostro intervento possa aiutarli a riconciliarsi innanzitutto con la sfera della salute e della sanità e poi li supporti nell’affrontare, con strumenti più adeguati e con una nuova consapevolezza, il mondo esterno che li attende”.
 
In questo cammino Fondazione ANDI si avvarrà della preziosa collaborazione dei volontari APEI che, come ci ha spiegato la dott.ssa Mendola, sono pedagogisti con un’esperienza consolidata nel rapporto con i minori in carcere e con le problematiche del loro reinserimento.