Ricorre oggi l’undicesima Giornata Mondiale del Sonno. Ogni 16 marzo in tutto il mondo si celebra infatti la ricorrenza promossa dalla World Association of Sleep Medicine allo scopo di catalizzare l’attenzione sui benefici che un buon riposo può portare nella vita di ogni individuo e richiamare l’interesse generale sulle problematiche legate ai disturbi del sonno. In questa occasione anche la nostra Fondazione è in prima fila, insieme ad ANDI, con la campagna “Allarme apnee notturne” per sensibilizzare, attraverso i propri canali social e non solo, su un disturbo per cui la figura dell’odontoiatra può rivelarsi determinante: la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS). È per questo che, in continuità con quanto realizzato lo scorso anno, gli oltre 1000 soci ANDI aderenti oggi saranno a disposizione dei cittadini per offrire loro, nei rispettivi studi, veri e propri esami di screening. Essi prevedono questionari dedicati in seguito ai quali, in caso di risultati positivi, i pazienti verranno rinviati a centri specialistici per effettuare analisi più approfondite e definire terapie mirate.
La sindrome delle apnee notturne, per quanto poco conosciuta, è molto diffusa e, se non trattata, può essere pericolosa per la vita del paziente. L’odontoiatra può e deve pertanto ricoprire un ruolo sempre più importante nella veste di sentinella epidemiologica contribuendo a individuare persone a rischio e provvedendo a un’eventuale presa in carico terapeutica di chi è soggetto a questa patologia, inserendosi così in un circuito di cure multidisciplinari. Grazie a puntuali visite di controllo e a una specifica formazione, avviata anche con i corsi Fad ANDI, (https://www.dentistionline.it/dettaglio-corso.do?id=1240), l’odontoiatra può infatti identificare precocemente i sintomi delle apnee, suggerendo un adeguato intervento al fine di migliorare la qualità del sonno del paziente e prevenire una serie di disturbi ad essa collegati. Con la prescrizione dei cosiddetti dispositivi intraorali (MAD), può inoltre intervenire terapeuticamente nelle forme lievi e moderate.
Nel nostro Paese sono circa 5 milioni le persone che minimizzano i disturbi del sonno senza considerarli parte di una vera e complessa patologia. Questo tipo di disfunzione respiratoria è caratterizzata da ripetuti episodi di completa o parziale ostruzione delle vie aeree che provocano l’improvviso arresto del respiro o del russare. Ne possono essere sintomi i risvegli con sensazione di soffocamento, un sonno agitato o una smodata sudorazione notturna, nonché pause respiratorie mentre si dorme, generalmente riferite dal partner. Durante la giornata si possono invece manifestare cefalee, eccessiva stanchezza causata da un sonno non particolarmente ristoratore fino a veri e propri deficit cognitivi e depressione del tono dell’umore. Questa sindrome, se sottovalutata, col tempo può condurre a complicazioni quali ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, ipertensione polmonare, può aumentare di 8 volte il rischio di aritmie cardiache, di 5 volte quello di ictus e di 4 quello di infarto. Per non parlare, peraltro, dell’alto costo sociale dovuto alla distrazione, all’assopimento, alla difficoltà di concentrazione e alla scarsa reazione agli imprevisti, fattori che vanno a incidere pesantemente sull’aumento degli infortuni sul lavoro e su quelli stradali. Tanto che di quest’ultimi si occupa il nuovo codice della strada, applicando procedure particolari per il rilascio e il rinnovo della patente di guida a chi soffre di apnee gravi.
Le OSAS, inoltre, possono riguardare anche i bambini in età evolutiva (0–14 anni), provocando irritabilità, calo di attenzione, iperattività, mentre i sintomi notturni variano da un sonno agitato accompagnato da posizioni anomale, enuresi, russamento (soprattutto nella fase REM). In questa età le apnee sono ancora curabili con interventi poco invasivi che possono però fare la differenza per i più piccoli prevenendo lo sviluppo di condizioni che potrebbero incidere sul loro benessere da adulti.
Oltre ai test di screening, i pazienti che entreranno in uno studio ANDI aderente alla campagna di sensibilizzazione, riceveranno anche utili consigli su come prendersi cura del proprio sonno, per esempio seguendo poche e semplici regole quali: andare a letto e alzarsi sempre alla stessa ora, non dormire più di 45 minuti durante eventuali sonnellini pomeridiani, evitare cibi pesanti, alcolici e caffeina prima di coricarsi, fare attività fisica, e, ovviamente, usare un letto confortevole. Tutto questo a testimoniare che un dentista ANDI non solo fa tornare il sorriso ai pazienti che lo hanno perso, ma può anche farli dormire meglio! Per saperne di più sulla campagna “Allarme apnee notturne” www.fondazioneandi.org