Luigi Burruano
Consigliere di Fondazione ANDI
Abbiamo fatto due chiacchiere con lui sulla Fondazione: ecco cosa ci ha risposto.
- Sei un ottimo dentista, un abile viticoltore e un volontario attivissimo. A proposito di quest’ultimo punto: come mai hai scelto di entrare in Fondazione ANDI?
La mia famiglia si è dedicata da sempre alla viticoltura; questo mi ha permesso di crescere a contatto con il duro lavoro quotidiano nei campi, la determinazione nel superare tutte le difficoltà e gli imprevisti che caratterizzano questa attività, e principalmente la solidarietà e l’umiltà che è propria del mondo della campagna. Questi valori caratterizzano la mia vita! Quando sono stato chiamato a far parte di Fondazione ANDI (su invito dell’allora Presidente Nazionale ANDI Roberto Callioni) ho subito intuito che avrei potuto ben spendere a servizio del sociale, tutta la mia formazione umana e professionale. Il paese in cui vivo e lavoro, Racalmuto, è stato sempre, per me, una costante occasione di esercizio di “volontariato professionale” specialmente quando il paziente è anziano, solo e con pochi mezzi di sussistenza a sua disposizione o i tanti immigrati ospitati dai centri di accoglienza. Il mio essere medico-odontoiatra non è mai a prescindere dall’attenzione rivolta a queste condizioni umane.
- Per 8 anni sei stato il responsabile del “Progetto Carceri” in Sicilia: cosa ti ha lasciato questa esperienza di volontariato? Cosa ha significato per te svolgere le tue attività in un luogo delicato come il carcere?
Attenzione che mi ha accompagnato in questi 8 anni di partecipazione e supervisione del “Progetto Carceri in Sicilia”. Lì la sofferenza e l’indigenza umana sono aggravate da una variabile costrittiva e imprescindibile: la privazione della libertà e spesso la perdita di obiettivi di vita, di progetti futuri. Parlare ai detenuti, spiegare loro le principali norme per una corretta igiene orale e/o l’attenzione da rivolgere alla cura dei denti ed alla prevenzioni di temibili malattie infettive, è stato un modo per entrare in contatto con spaccati di vita e vedere nei loro occhi, per un istante, la gioia di ricevere la nostra attenzione ed il nostro tempo, oltre che assolvere ad un compito di prevenzione e diffusione delle informazioni più importanti in merito alla salute orale.
- Sei un convinto sostenitore del progetto “Aiutiamo a salvare vite” in tutte le sezioni ANDI siciliane. Come reagiscono i dentisti e i loro staff davanti alla proposta di rendere i loro studi cardioprotetti?
La prevenzione si può fare in tanti modi anche promuovendo la conoscenza e la formazione nelle manovre atte a “salvare vite”. E’ con questo spirito che sono stato determinato nel sostenere il Progetto “Aiutiamo a salvare vite”. Le malattie cardiache sono la prima causa di morte in Italia e noi medici/odontoiatri, in particolare, siamo chiamati a fare quanto più possibile per sensibilizzare i colleghi a far parte della rete di collaborazione attiva “Aiutiamo a salvare vite”. Come appreso all’interno dei corsi, è possibile soccorrere i neonati, i bambini e gli adulti, nell’attesa che arrivino i soccorsi ospedalieri. Con le competenze acquisite ed un defibrillatore, si può realmente fare la differenza tra una morte sicura e una morte evitabile. Posso dire che tutti i colleghi, che hanno preso parte alle giornate formative, staff incluso, hanno compreso quanto sia fondamentale avere queste apparecchiature salvavita nel proprio studio, socializzandone il possesso alle strutture limitrofe, in modo da diventare punto di riferimento in caso di necessità. E’ questo l’auspicio di Fondazione Andi Onlus, creare una rete solidale di 24.000 soci, sul territorio nazionale, esperti in BLS-D così da poter essere punti di riferimento a cui potersi rivolgere, in tutte le occasioni nelle quali è importante salvare vite.
- Tre aggettivi per raccontarti.
Professionale, generoso, empatico.
- Tre parole per descrivere Fondazione ANDI.
Volontariato, cooperazione, ricerca.
- Cosa vorresti riuscisse a fare Fondazione ANDI nei prossimi 3 anni?
Riuscire a sensibilizzare sempre più colleghi ad offrirsi come volontari in Fondazione ANDI sostenendola anche con la destinazione del 5/1000 nei suoi vari progetti e testimoniando con la loro azione quotidiana una sensibilità verso tutte le problematiche del sociale. Rinforzare le occasioni di presenza di Fondazione ANDI all’interno di Convegni ed Eventi, migliorandone cosi la conoscenza e la visibilità.