Roberto Macis

Revisore dei conti di Fondazione ANDI

Abbiamo fatto due chiacchiere con lui sulla Fondazione: ecco cosa ci ha risposto.

  • Sei entrato in Fondazione nel 2016, quindi da pochissimo: ci racconti le ragioni della tua scelta?

Sono entrato in Fondazione nel 2013 come volontario per la prima missione in Ladakh dopo avere conosciuto Guido Corradi nel 2012 ad un corso di formazione per volontari organizzato dal COI e Fondazione presso l’università di Torino, corso che mi ha preparato alle varie missioni di cooperazione all’estero che si sono succedute negli anni. Le ragioni del mio ingresso in Fondazione sono legate all’esigenza di mettere a disposizione la mia professionalità verso quella fascia di popolazione che per ragioni economiche o geografiche non accedono alle cure odontoiatriche e, in Fondazione, ho trovato numerosi progetti destinati a questo scopo e una grande umanità tra i colleghi che ne fanno parte.

 

  • Sei partito volontario per il Ladakh: in cosa è consistito il percorso di preparazione che hai seguito in Fondazione prima di partire e qual è il ricordo più bello che conservi dell’India?

Come ho già detto, grande passione e professionalità nella preparazione del progetto ma anche un pizzico di spirito d’avventura vista la complessita dei luoghi in cui ci siamo recati. Quello che rimane come ricordo indelebile di quella missione è la grande riconoscenza che quelle antiche e fiere popolazioni ci hanno manifestato, ma ancora la grande amicizia nata tra noi colleghi.

 

  • Grazie anche al tuo intervento, il progetto “Adotta Un Sorriso di un Bambino” è arrivato a Cagliari, la tua città. Com’è stato accolto dai tuoi concittadini?

Il progetto sui bambini in affidamento ha trovato grande eco mediatico ma scarsa collaborazione sia da parte deille istituzioni che da parte dei colleghi, il progetto va avanti grazie al generoso lavoro di un gruppo ristretto di colleghi ed alla collaborazione con alcne case famiglia, quindi non grandi numeri ma un buon servizio di qualità.

 

  • Tre aggettivi per raccontarti.

Passione, impegno e perseveranza.

 

  • Tre parole per descrivere Fondazione ANDI.

Sensibilità, attenzione verso i più deboli e un gran lavoro capillare sul territorio.

 

  • Cosa vorresti riuscisse a fare Fondazione ANDI nei prossimi 3 anni?

Mi piacerebbe che si riuscisse a sensibilizzare maggiormente la platea ANDI verso i nostri progetti magari con un grande congresso annuale di Fondazione, dove tutti i volontari possano raccontare il gran lavoro che svolgono disponendo di una  platea e del tempo che meritano.

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