Da Torino al Guatemala con Fondazione ANDI onlus

A sud del Messico, a circa 11 ore di volo dall’Italia si trova il Guatemala. Una nazione ricca di altopiani, dominata da imperiosi vulcani e una natura lussureggiante, è l’antica terra dei Maya dove dal 2007 Fondazione ANDI è impegnata con un progetto integrato che mira al miglioramento della salute orale degli abitanti attraverso la formazione di operatori locali.

In questo Paese, in cui il 57% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e oltre il 27% in una situazione ancora peggiore di miseria estrema, è facile immaginare come buona parte della popolazione non abbia accesso all’assistenza sanitaria. Per questo la nostra Fondazione, in collaborazione con l’associazione Sulla strada onlus, ha realizzato nel municipio di San Raymundo, a nord della capitale Guatemala City, il poliambulatorio Yatintò (in lingua maya “mi prendo cura di te”) ed è impegnata con un programma di educazione all’igiene e all’alimentazione legati alle patologie dentali, a favore di studenti e famiglie.

Nei dieci anni in cui Fondazione ANDI è presente in Guatemala ha continuato a dare il proprio contributo al progetto sia attraverso l’invio di strumentazione, materiali di consumo e medicinali sia attraverso la collaborazione dei propri volontari. Sono infatti di quest’anno l’invio, grazie a Henry Scheine Krug, di una sterilizzatrice per l’ambulatorio odontoiatrico e la partenza di due missioni, una invernale nel mese di febbraio che ha portato in Centroamerica due volontari e una estiva composta da tre colleghi nei mesi di luglio e agosto. Di quest’ultima missione, dal 21 luglio al 7 agosto, ha fatto parte la dottoressa Maria Elisa Demaria, socia ANDI Torino dal 2005, che ci ha raccontato la sua esperienza.

Nel periodo in cui sono stata in Guatemala ho lavorato per prestare cure odontoiatriche alla popolazione – spiega la dottoressa Demaria – ma soprattutto mi sono impegnata in un lavoro di “organizzazione” dell’ambulatorio, più pratica e adeguata alle caratteristiche del luogo e allo standard locale. Ho infatti potuto constatare con soddisfazione che l’ambulatorio è molto ben strutturato e che dispone di una buona strumentazione ma che, allo stesso tempo, aveva necessità di essere riordinato e razionalizzato. Nel darmi questo obiettivo ho capito che la carta vincente sarebbe stata quella della semplicità e del ritorno a un’odontoiatria di base, l’unica in grado di essere efficiente ed efficace a tutte le latitudini e condizioni, perché sono fermamente convinta che sia molto meglio in queste realtà avere poco ma essere in grado di utilizzarlo a pieno e in modo efficace che disporre delle migliori strumentazioni di fatto rese inadeguate dalla situazione.

Adattarmi, a volte persino ingegnarmi, e insegnarlo ai collaboratori locali, molto attenti e ricettivi, è stato davvero soddisfacente

Così come lo è stato prestare cure odontoiatriche alla popolazione. Ciò che sicuramente ricorderò di questa bella esperienza è sentire il mio nome ripetuto a ogni incontro – “Cómo estás Elisa?”, “Todo bien Elisa?” – insieme a tanti visi gioviali e ai sorrisi allegri e grati dei tanti bambini che vivono nel villaggio.

Prima di questa missione con Fondazione ANDI avevo già svolto diverse attività di volontariato, sia nel nostro paese che all’estero, per la precisione in Zimbabwe, e ogni volta l’emozione e la soddisfazione sono grandissime, così come lo è la certezza che come medici possiamo veramente dare un contributo considerevole a chi è in difficoltà. L’importante è ricordarsi sempre che il nostro compito come volontari è portare assistenza e non fare assistenzialismo.

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